lunedì 14 novembre 2011

Il vino novello

Anche quest'anno con l'arrivo del 6 novembre abbiamo incontrato nei vari negozi, enoteche, winebar il vino novello.
I vini novelli non sono vini giovani, ma vini ottenuti con un processo produttivo particolare : la macerazione carbonica. 
Questo processo nasce nel 1934 in Francia nel Beaujolais, e consiste nel mettere l'uva appena raccolta in vasche chiuse che vengono saturate di anidride carbonica (CO2), mantenendo un continuo flusso in entrata di CO2 che compensa quella assorbita dall'uva. L'uva viene lasciata per 7-15 giorni in questo ambiente a una temperatura di 30°C . L'uva, che viene schiacciata dal peso dei grappoli sovrastanti, inizia a liberare il mosto e ha inizio una fermentazione intracellulare negli acini ad opera dei lieviti autoctoni dell'uva . Avremo la formazione di glicerina  mentre una parte dell'acido malico viene demolito, questo comporterà una riduzione dell'acidità fissa, i tannini saranno decisamente meno agressivi e il colore sarà molto intenso con sfumature violacee. Si formeranno nuovi composti profumati che ricordano la fragola e il lampone oltre che un profumo intenso di uva. 
Questa massa viene poi pigiata e messa in una vasca per proseguire la fermentazione alcolica e la sucessiva fermentazione malolattica.
La produzione di questo vino spazia in tutta Italia, isole comprese, anche se la massima produzione la si trova al nord e al centro. E'stata quantificata una produzione in Italia di circa 20 milioni di bottiglie (in Francia circa 60 milioni) in testa Il Veneto e la Toscana. I vitigni più utilizzati sono, nell' ordine, Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulcaino e Barbera. Interessanti i vini novelli ottenuti da Teroldego, Ciliegiolo, Nero d'Avola e Refosco

Per la legge italiana si parla di vino novello quando viene utilizzata la macerazione carbonica per almeno il 30% dell'uva, il restante 70% può essere vino della vendemmia precedente. Non è così in Francia, nel Beaujolais dove ha trovato i natali questo vino, dove vengono utilizzate solo uve Gamay che hanno subito tutte la macerazione carbonica (non solo il 30%). Il Beaujolais Nouveau viene messo in commercio dopo la mezzanotte del 3° mercoledì di Novembre.
Tutto il vino così ottenuto deve essere imbottigliato entro il 31 dicembre dell'anno della vendemmia ed è preferibile consumarlo nel giro di 6 mesi.
Per il servizio si consiglia una temperatura che va dai 14° ai 16°C in un bicchiere a calice di medie dimensioni tipo tulipano medio.

domenica 13 novembre 2011

Il vino da Messa

Il vino, durante la celebrazione liturgica cristiano-cattolica, simboleggia il sangue di Cristo; si potrebbe,quindi,dedurre, che il vino utilizzato sia rosso. In realtà il vino in questione è bianco e quetso per un motivo molto semplice. Il vino bianco non macchia i parameti sacri come il vino rosso.
In oriente il problema è stato risolto, utilizzando paramenti sacri di colore rosso.

Il vino da messa non deve essere adulterato , quindi deve rispettare delle norme molto severe dettate dal Diritto canonico, l'innoservanza comporta l'invalidazione della messa.
Ci sono delle commissioni di degustazione, composte da enologi e religiosi, che ogni 2 o 3 anni si riuniscono e degustano questi vini per verificarne soprattutto la qualità e la correttezza enologica .
Chiaramente non vengono stilate classifiche ma solo commenti.

In provincia di Asti c'è un gruppo di studio internazionale che ha lo scopo di approfondire le tematiche liturgiche, enologiche e storiche. Tra i progetti in via di attuazione  c'è la catalogazione di tutti i vini sacramentali del mondo ed i loro produttori nonchè l'allestimento di un'esposizione permanente sul vino e la Chiesa .
Queso gruppo è nato el 1987 a Cocconato d'Asti presso le cantine di Casa Brina.

Il vino da messa usato per la maggiore è un moscato liquoroso prodotto in Piemonte dal nome "Alleluja". Trattasi di un vino liquoroso con residuo zuccherino a base di uve moscato con un colore brillante ,giallo dorato e un profumo di fiori molto intenso.Tendenzialmente si usano vini liquorosi perchè è più semplice la conservazione, soprattutto nelle zone con climi molto caldi. 

Non solo laici, ma anche religiosi produco questo vino.

In Umbria c' è un monastero dove viene prodotto un vino santo da messa da dei monaci, nelle langhe è un monastero di suore dell'ordine delle Figlie di San Giuseppe a produrre un vino da messa sotto la responsabilità della Madre Superiora che sceglie le uve da comprare ed è responsabile di tutte le fasi della vinificazione.
Anche in Sardegna le suore delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane producono vino dal 1939 e sono talmente rinomate ed attive che oggi producono 8 etichette tra cui un Novello.
ORA ET LABORA !!!

sabato 5 novembre 2011

DOCG : regione x regione

(aggiornato a Novembre 2011)


REGIONENrELENCO DOCG
PIEMONTE16Alta Langa
Asti
Barbaresco
Barbera d'Asti superiore
Barbera del Monferrato superiore
Barolo
Brachetto d'ìAcqui
Dolcetto di Diano d'Alba
Dolcetto di Dogliani superiore
Dolcetto di Ovada superiore
Erbaluce di Caluso
Gattinara
Gavi
Ghemme
Roero
Ruchè di Castagnole Monferrato
LOMBARDIA5Franciacorta
Moscato di Sacnzo
Oltrepò Pavese metodo classico
Sforzato della valtellina 
Valtellina superiore
VENETO14Amarone della Valpolicella
Bagnoli Friularo
Bardolino superiore
Colli asolani
Colli di Conegliano
Colli Euganei Fior d'Arancio
Conegliano-Valdobbiadene Prosecco
Lison (interregionale conFriuli)
Montello rosso
Piave Malanotte
Recioto della Valpolicella
Recioto di Gambellara
Recioto di Soave
Soave superiore
FRIULI3COF Picolit
Lison (interregionale con Veneto)
Ramandolo 
Rosazzo
TOSCANA9Brunello di mOntalcino
Carmignano
Chianti
Chianti classico
Elba Aleatico passito
Montecucco Sangiovese
Morellino di Scansano
Vernaccia di San Gimignano
Vino nobile di Montepulciano
EMILIA ROMAGNA2Albana di Romagna
Colli Bolognesei Pignoletto
UMBRIA2Montefalco sagrantino
Torgiano rosso riserva
ABRUZZO1Montepulciano d'Abruzzo Colline Terramane
LAZIO3Cannellino di Frascati
Cesanese del Piglio
Frascati superiore
CAMPANIA4Aglianico del Taburno
Fiano di Avellino
Greco di Tufo
Taurasi
MARCHE5Conero rosso riserva
Offida
Verdicchio dei Castelli di Jesi riserva
Verdicchio di Matelica riserva
Vernaccia di Serrapetrona
PUGLIA4Castel del Monte Bombino nero
Castel del monte Nero di Troia
Castel del Monte rosso riserva
Primitivo di Manduria dolce naturale
BASILICATA1Aglianico del Vulture
SICILIA1Cerasuolo di Vittoria
SARDEGNA1Vermentino di Gallura

mercoledì 2 novembre 2011

Il vino Kasher

Il termine KASHER viene utilizzato dalla comunità ebraica per indicare i cibi e le bevande che sono stati preparati secondo le regole del KASHERHUT.
In particolare per il vino, la regola generale prevede che ogni operazione manuele e/o spostamento del mosto/vino venga eseguita da ebrei osservanti. Ogni operazione eseguita da altri, comprometterebbe tutta la produzione.
Già dalla fase della spremitura deve intervenire personale ebraico, lo scarico dal camion dell'uva, l'azionamento della pigiatrice ecc.
Le fecce ottenuta dalla lavorazione (bucce, semi, raspi) vengono chiuse, sigillate e portate a distillare . Questo prodotto viene considerato MEVUSHAL e può essere maneggiato da ogni operatore.

Le varie fasi della produzione del vino si svolgono sotto il diretto controllo di un rabbino che, al termine di ogni, fase sigilla i contenitori .
E' permessa l'immissione nel vino di anidride solforosa, zuccheri (certificati), lieviti(certificati) e bentonite.
Obbligatoria la fase del filtraggio, in particolare, i filtri vengono controllati perchè non ci devono essere tracce di amdi o derivati da altri cereali.
La norma ebraica prevede che siano apposti alle bottiglie di vino kasher un tappo con il sigillo di riconoscimento del Rabbinato che ha seguito la produzione. Anche nell'etichetta deve apparire il nome del rabbino che ha seguito il controllo e rilasciato il certificato di idoneità.

L'autorità Rabbinica rilascia il numero delle etichette e dei tappi necessari.

Un' ultima curiosità: in Toscana già dal 1500 c'era una comunità ebraica nella zona di Pitigliano dove veniva prodotto un vino kasher da uve di Trebbiano Toscano.
Per la produzione di questo vino vengono, sempre più spesso, utilizzate varietà internazionali