mercoledì 30 marzo 2011

Regione x Regione Vendemmia 2010

 (dati ASSOENOLOGI) 

PIEMONTE Quantità: +10% rispetto vendemmia 2009
Il mese di settembre è stato caratterizzato da tempo stabile con poche piogge e con elevate escursioni termiche che hanno favorito la maturazione fenolica delle uve rosse e bloccato lo sviluppo della botrite. Oltre ad alcuni attacchi di Oidio, quest’anno, purtroppo, sono ricomparsi i sintomi di flavescenza dorata e di legno nero, che hanno colpito, oltre che il Barbera e lo Chardonnay, che risultano essere i vitigni più sensibili, anche il Nebbiolo e il Moscato se pur in forma minore.Alla fine di agosto si sono raccolti i primi grappoli di Chardonnay e Pinot Nero, basi per lo spumante Alta Langa. Nella prima decade di settembre si è continuato con le uve Brachetto e Moscato, seguite da Dolcetto, Freisa e Cortese.Complessivamente le uve hanno manifestato una buona sanità, con acini grossi e ottimo contenuto zuccherino. Qualitativamente la produzione è più che buona. I primi riscontri in cantina evidenziano basi spumante con ottimo equilibrio acidità/zuccheri. La qualità è interessante per le Barbere superiori e per i “cru” dei Nebbioli da Barolo. Quantitativamente si stima una produzione di circa 3.140.000 ettolitri.
LOMBARDIA Quantità: +10% rispetto vendemmia 2009
Le condizioni di clima asciutto   che si   sono protratte fino   alla prima  decade di agosto,  coadiuvate da una freschezza del terreno, hanno favorito una maturazione regolare. Per le uve a bacca bianca e per  il Pinot nero la qualità è risultata più che buona in tutta la regione. La vendemmia in Franciacorta è iniziata il 16 agosto e  in Oltrepò Pavese il 20 dello stesso mese. I nuovi vini risultano profumati, di buona qualità con punte di ottimo. I primi  grappoli di     Barbera in   Oltrepò si sono  staccati a partire dal 13 settembre per poi procedere  con la Croatina e i Cabernet.  Queste uve hanno fatto registrare  insperati accumuli di zuccheri con acidità sostenute. Buono lo stato sanitario con qualche rara eccezione sui vigneti di Barbera   più produttivi, che in  zone fresche hanno manifestato attacchi di botrytis dopo le piogge dell’ultima settimana di settembre. Più basso della media l’accumulo dei  polifenoli che  ha   comunque   garantito colori nella norma,  con buona intensità e tonalità.  La vendemmia in Oltrepò Pavese e Franciacorta si è praticamente conclusa nella prima decade di ottobre. I primi riscontri di cantina indicano una  buona qualità.  Quantitativamente   in tutta la regione si registra un incremento del 10% rispetto alla scorsa annata. 

TRENTINO ALTO ADIGE Quantità: -10% rispetto vendemmia 2009
Una vendemmia all’insegna del brutto tempo; a partire dalla metà di agosto si sono infatti registrati oltre 250 millimetri di pioggia. In Trentino il caldo umido di fine agosto è stato interrotto da alcune giornate di vento fresco e asciutto, consentendo di vendemmiare ottimamente le basi spumante. La situazione si è ripresentata critica alla fine della prima decade di settembre, in piena raccolta dello Chardonnay e Pinot grigio, quando due importanti perturbazioni si sono rapidamente succedute. Il proseguo della vendemmia è stato più articolato e comunque sempre all’insegna del cattivo tempo, con l’insorgenza di problemi di sanità delle uve che ha obbligato a un importante lavoro di selezione nel vigneto. In Trentino Alto Adige il 2010 si presenta come un'ottima annata per le varietà bianche raccolte prima dell’insorgere delle perturbazioni. Meno interessante rispetto alle previsioni si è rivelata la qualità delle uve a frutto rosso. I.
VENETO Quantità: uguale rispetto vendemmia 2009
In tutto il Veneto la seconda metà del mese di agosto è stata caratterizzata da giornate soleggiate e calde con notti fredde, condizioni che hanno consentito una buona maturazione delle uve mantenendone i profumi varietali e soprattutto il patrimonio acido. Il mese di settembre invece ha avuto un andamento bizzarro alternando giornate soleggiate e piovose che hanno creato qualche ostacolo alle operazioni vendemmiali che si sono concluse nella seconda metà di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli di Raboso nel trevigiano e di Garganega e Corvina in provincia di Verona. La gradazione zuccherina è risultata leggermente inferiore a quella dello scorso anno, come la resa uva/vino, buona invece la forza acida. Per quanto riguarda la quantità di vino prodotto nel Veneto Centro Orientale si stima sia complessivamente uguale a quella dello scorso anno con un incremento delle varietà a bacca bianca, Prosecco in particolare, e un decremento di quelle a bacca rossa, soprattutto nel Merlot dove si evidenzia una riduzione di circa il 25% dovuta a una minor resa e alla riconversione dei vigneti. Anche in provincia di Verona e di Vicenza la quantità si stima uguale a quella del 2009 con un leggero aumento nelle aree del Valpolicella e dell'Arcole. Dal punto di vista qualitativo si sono ottenuti dei vini bianchi interessanti con profumi varietali fruttati, freschi, eleganti e intensi. Per quanto riguarda i vini rossi il quadro analitico è buono e quindi ci sono i presupposti per ottenere dei vini di interessante fattura.
FRIULI VENEZIA GIULIA Quantità: -5% rispetto vendemmia 2009
In Friuli Venezia Giulia il mese di agosto è stato caratterizzato da un abbassamento repentino delle temperature contribuendo a posticipare il ciclo di maturazione di 10-15 giorni rispetto al 2009. Le ottime escursioni termiche, di fine estate, hanno comunque favorito le varietà a bacca bianca in modo particolare Sauvignon, Friulano, Malvasia e Ribolla Gialla. La vendemmia è iniziata nei primi giorni di settembre per le uve base spumante ed è immediatamente proseguita con le altre uve da vino, mentre si è dovuto attendere la fine dello stesso mese per le uve Merlot e Cabernet. Le abbondanti piogge di metà settembre (180 mm) hanno creato dei problemi durante le fasi di raccolta ma, grazie al costante vento di Bora, si è formato uno straordinario microclima che ha asciugato molto bene l'uva e il terreno a ridosso della vegetazione. Sono stati dunque il vento e le basse temperature che hanno messo in carreggiata una vendemmia che, a un certo punto, sembrava compromessa. I quantitativi di uve bianche sono stati in linea con la scorsa annata e la resa uva/vino è risultata ottima. Molto equilibrato il corredo acido dei mosti, mentre si è riscontrata una leggera flessione del quantitativo zuccherino. Le uve a bacca rossa hanno maggiormente sofferto l’andamento climatico instabile registrando, in alcune zone, delle consi-stenti perdite di produzione.
EMILIA ROMAGNA Quantità: -5% rispetto vendemmia 2009
L’inizio della raccolta in tutta la regione è stata ritardata mediamente di 10/13 giorni rispetto allo scorso anno. La vendemmia è iniziata il 23 agosto con la raccolta delle varietà precoci. E' proseguita nella seconda settimana di settembre con l’Albana, mentre nella seconda quindicina dello stesso mese è stata la volta di Sangiovese e Trebbiano. I primi grappoli di Lambrusco in Emilia sono stati staccati il 3 settembre, mentre il pieno della vendemmia è avvenuto dopo la metà dello stesso mese con i conferimenti di Malvasia, Bonarda, Lambrusco di Sorbara e Salamino. In tutta la regione le operazioni di raccolta si sono concluse intorno al 20 di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet e Uva Longanesi in Romagna e di Lambrusco Grasparossa in Emilia.
Le frequenti e abbondanti piogge di fine agosto hanno ostacolato le operazioni vendemmiali. La sanità delle uve ha comunque tenuto, anche perché durante la raccolta si sono alternati giorni piovosi e belle giornate soleggiate con temperature notturne abbastanza basse. Queste condizioni, nella seconda parte della vendemmia, hanno favorito le uve in particolare quelle di Albana, Trebbiano, Chardonnay, Pignoletto, Sauvignon e Lambrusco che hanno prodotto vini eleganti, dotati di buona acidità e di un buon corredo aromatico. 
TOSCANA Quantità: -10% rispetto vendemmia 2009
Dopo una primavera caratterizzata da pessime condizioni meteorologi-che protrattesi fino alla fine di giugno, le belle giornate di luglio hanno contribuito ad un parziale recupero del ritardo di 15 giorni fatto registra-re dalla fioritura e dall'allegagione. La raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata il 27 agosto. Nella zona di produzione del Morellino di Scansano i grappoli sono stati staccati prima della metà di settembre. Lo stesso dicasi per le uve a bacca rossa a Bolgheri e per quelle a bacca bianca a San Gimignano. I conferimenti delle uve base della produzione del Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino sono avvenuti a fine settembre. Le operazioni di raccolta sono terminate intorno al 20 di ottobre con le ultime uve di Sangiovese e Cabernet nelle zone alte del Chianti Classico, del Nobile di Montepulciano e a Montalcino. La vendemmia 2010 è stata caratterizzata da giornate piovose e di bel tempo in quasi tutte le zone ad eccezione di quella del Brunello dove è prevalso il sole. Inizialmente le uve sono state raccolte molto sane, un po' meno verso la fine della vendemmia dove i grappoli hanno manifestato acini con buccia poco spessa e fragile. Buona invece la resa uva/vino, che ha fatto registrare valori superiori dell'1-2% rispetto alle annate precedenti.
Complessivamente la qualità dei vini è buona in tutte le zone e per tutte le tipologie, con alcune punte di ottimo.
MARCHE Quantità: +5% rispetto vendemmia 2009
L’annata 2010 è stata caratterizzata per l’assenza di stress idrico e di alte temperature, molto importanti invece sono state le escursioni termiche, in particolare nel mese di luglio. Le operazioni vendemmiali nelle Marche hanno avuto inizio i primi giorni di settembre per le varietà precoci, seguite da Merlot e Pecorino, mentre il pieno della raccolta è avvenuto nella terza settimana di settembre quando si sono accavallati i conferimenti di Verdicchio, Sangiovese, Maceratino, Biancame, Cabernet e Passerina. Per le uve di Montepulciano, base della produzione della Docg Conero e della Doc Rosso Piceno, e per quelle di Verdicchio "passito" i conferimenti sono iniziati il 15 ottobre e sono proseguiti fino a fine mese. Durante la vendemmia la pioggia si è spesso intervallata con belle giornate causando qualche difficoltà nelle operazioni di raccolta. E’ stata un’annata in cui l’oidio, nella fase vegetativa e la botrite e marciume acido durante la maturazione, si sono manifestati in alcuni vigneti con una certa virulenza, obbligando molti viticoltori a severe sfogliature e ripetuti trattamenti. Le uve sono state conferite alle cantine con dieci giorni di ritardo rispetto la scorsa campagna. I grappoli manifestavano eterogeneità di maturazione e quindi con un calo di gradazione.
LAZIO Quantità. +5% rispetto vendemmia 2009
Nel Lazio l’inizio della vendemmia è avvenuto dopo il 20 di agosto con la raccolta delle uve precoci (Chardonnay); nella prima decade di settembre è stata la volta di Pinot, Cabernet Sauvignon e Merlot, mentre per le varietà autoctone (Malvasia del Lazio, Malvasia di Candia, Trebbiano, Sangiovese) si è dovuto attendere la fine del mese. Le operazioni vendemmiali si sono chiuse verso il 20 di ottobre con i conferimenti delle uve bianche collinari e con gli ultimi grappoli di Cesanese e Montepulciano.
Dal punto di vista meteorologico, da metà settembre in poi si sono intensificate le piogge, alternate però con giornate che hanno fatto registrare temperature vicine ai 30°C. Ciò ha determinato numerose interruzioni nelle operazioni di raccolta facilitando nel contempo le alterazioni sotto il profilo sanitario e, in alcuni casi, un mancato completamento della maturazione tecnica delle uve. D'altro canto, le buone escursioni termiche hanno favorito la sintesi degli aromi per i vini bianchi e del colore per quelli rossi. I riscontri di cantina evidenziano vini bianchi particolarmente profumati, con una dotazione acida superiore alla media. Interessanti anche le caratteristiche dei vini rossi che presentano un colore molto intenso e vivo e una buona struttura. Anche in questi prodotti l'acidità, soprattutto quella malica, è sostenuta grazie anche alle forti escursioni termiche di fine settembre. 
ABRUZZO Quantità: +15% rispetto vendemmia 2009
In Abruzzo il clima, fino alla fine di maggio e di buona parte di giugno, è stato contrassegnato da basse temperature e molta pioggia. Ciò ha portato alcuni benefici sull’andamento vegeto-produttivo della vite, che è stato rigoglioso e abbondante, provocando, per contro, un ritardo delle fasi fenologiche. La difesa fitosanitaria, eseguita con accortezza e tempestività, ha garantito un’ottima qualità del prodotto. In alcune zone, le piogge di fine luglio unitamente a temperature medio-alte, hanno provocato qualche focolaio di peronospora e oidio. La vendemmia ha avuto inizio con un ritardo di circa 10/12 giorni rispetto allo scorso anno. Per le varietà precoci, in particolare Chardonnay e Pinot grigio, la raccolta è iniziata a fine agosto nelle zone costiere, mentre in quelle più interne e collinari all’inizio di settembre. La resa uva/vino rispetto alla campagna precedente è stata superiore di circa il 15%. Le uve bianche autoctone (Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino) sono state staccate dai tralci tra la seconda settimana e la fine di settembre. Per le varietà a bacca rossa, principalmente Sangiovese e Montepulciano, i conferimenti sono invece iniziati negli ultimi giorni di settembre e sono continuati per tutto il mese di ottobre. Nella maggior parte della regione si riscontra una più che buona qualità dei vini bianchi ed eccellenti si sono rivelati i livelli qualitativi ottenuti dal vitigno abruzzese più blasonato, il Montepulciano.
CAMPANIA Quantità: +5% rispetto vendemmia 2009
Le prime due decadi di giugno sono state caratterizzate da alte temperature e assenza di precipitazioni che, con l’abbondanza di acqua accumulata nei terreni nei mesi precedenti, hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione molto rigogliosa, rallentata però dalle basse temperature di luglio. Il ciclo vegetativo ha segnato un ritardo di 8/10 giorni rispetto allo scorso anno, ma rientra nei tempi di un'annata normale. Le stime produttive indicano, in generale, in tutta la regione una crescita del 5% rispetto al 2009. La vendemmia è iniziata la terza decade di settembre con la raccolta nell’Agroaversano delle uve di Asprinio e di Fiano nel Cilento. Successivamente si è passati nel beneventano con la Falanghina, per continuare nell’avellinese, nella prima decade di ottobre, con il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo. Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso è iniziata nella terza decade di ottobre, mentre, come da prassi, l’ultima varietà ad essere vendemmiata sarà l’Aglianico di Taurasi nell’avelli­nese verso la seconda decade di novembre. I riscontri di cantina lasciano intravedere risultati interessanti. 
PUGLIA Quantità: +20% rispetto vendemmia 2009
Quantitativamente, dopo una prudente prima proiezione di fine agosto, oggi si stima un incremento di circa il 20% rispetto al 2009. Tutto ciò è frutto di un ottimo sviluppo vegetativo che avrebbe potuto dare risultati ancora più elevati se non fosse intervenuta l’adesione piuttosto importante alle estirpazioni con premio di circa 2.000 ettari di vigneto.
La vendemmia ha registrato un ritardo di una settimana rispetto allo scorso anno, ma nella norma rispetto alla media pluriennale. Infatti la raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot bianco, Sauvignon) è iniziata nella seconda settimana di agosto con qualità e sanità dei grappoli eccellenti e con un'ottima resa uva/vino. La raccolta delle uve autoctone Primitivo (area Manduria-Sava in provincia di Taranto) è iniziata nella prima settimana di settembre, mentre per Negroamaro (alto e basso Salento) tra la seconda e la terza settimana dello stesso mese. Per le uve autoctone della zona di Castel del Monte (Centro-Nord Puglia): Bombino bianco, Bombino nero, Pampanuto, Montepulciano, Aglianico e Nero di Troia, i conferimenti hanno avuto inizio dopo la prima decade di settembre per protrarsi sino a oltre la metà di ottobre. Anche per i vitigni autoctoni della Valle d’Itria (Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano), del Locorotondo Doc e Martina Franca Doc, così come per il Trebbiano, il Sangiovese, il Lambrusco della Capitanata, i grappoli sono stati staccati a partire dalla seconda/terza settimana di settembre,  I primi responsi di cantina evidenziano prodotti interessanti, con ottima forza acida e notevole corredo aromatico.
SICILIA Quantità: -30% rispetto vendemmia 2009
L’andamento climatico durante il periodo vendemmiale è stato buono con temperature fresche (20-22°C) e con piogge abbondanti che, comunque, non hanno pregiudicato la qualità e la sanità delle uve. I dati vendemmiali evidenziano in tutta la regione una diminuzione della produzione del 30% rispetto al 2009. Tale decremento scaturisce oltre che da un calo fisiologico, dall’abbandono attraverso i contributi comunitari di oltre 2.000 ettari di superficie vitata, dagli abbandoni volontari causati dalla preoccupante situazione di mercato e non ultima, dalla vendemmia verde che ha interessato circa 9.100 ettari di vigneto.
La raccolta, per le varietà precoci (Pinot grigio e Sauvignon blanc), è iniziata nella settimana di ferragosto, con qualche giorno di ritardo rispetto allo scorso anno. Nella terza settimana di agosto è stata la volta dello Chardonnay, del Viognier, del Muller Thurgau e del Moscato bianco in provincia di Siracusa. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare il Merlot, è iniziata a fine agosto, sono poi seguiti lo Sirah, il Nero d’Avola e il Frappato. I conferimenti sono continuati con il Cabernet Sauvignon verso la seconda decade di settembre per terminare con quelli delle uve rosse dell’Etna, dove la vendemmia si è conclusa a metà di ottobre.
Per le varietà autoctone a bacca bianca (Catarratto, Inzolia e Grillo), la raccolta si è protratta dalla prima decade del mese di settembre fino ai primi giorni di ottobre. Soddisfacente la forza acida e il contenuto in zuccheri, interessante la resa uva/vino.
SARDEGNA Quantità: -15% rispetto vendemmia 2009
L'estate è stata caratterizzata da pochissima pioggia e le temperature nel mese di luglio sono risultate nella norma. Alla fine di agosto e nel mese di settembre la colonnina del termometro ha fatto registrare valori nettamente inferiori rispetto alla media degli ultimi anni. Le giornate in questo periodo sono decorse con una buona intensità luminosa, ma con una notevole escursione termica tra il giorno e la notte. Queste condizioni hanno permesso di raccogliere uve con interessanti livelli riferiti agli aromi e al corredo polifenolico, accompagnati da una buona acidità. Il contenuto zuccherino è risultato mediamente inferiore rispetto alla media pluriennale. Consistenti gli attacchi di peronospora che, in particolar modo nel Sulcis e nel Campidano di Cagliari e di Oristano, hanno determinato una riduzione della produzione mediamente dl 15%, ma con punte anche del 40%. Per le uve bianche di Vermentino la raccolta si è conclusa nella prima decade di ottobre, mentre per quelle di Cannonau i conferimenti sono iniziati nei primi giorni di ottobre e sono poi proseguiti per tutto il mese. La vendemmia delle varietà tardive quali Nasco e Malvasia, basi dei vini da dessert, si è svolta nei primi giorni di novembre. Qualitativamente parlando, grazie a un'ottima maturazione fenolica delle uve Cannonau, Carignano e Monica, si prevedono prodotti molto interessanti con una elevata intensità colorante. Per il Vermentino e il Nuragus, la lenta maturazione e gli sbalzi termici hanno permesso di ottenere vini bianchi freschi, fruttati ed eleganti. 


martedì 29 marzo 2011

VENDEMMIA 2010

(dati e considerazioni di ASSOENOLOGI)

L’Italia a fine agosto manifestava al Nord incrementi di produzione abbastanza omogenei che andavano da +5 a +10%. Nelle regioni centrali (Emilia Romagna e Toscana) e nelle due grandi isole si riscontrava invece un abbattimento che andava da -5 a -20%, mentre in quelle meridionali un incremento medio del 5% con punte del 10% in Puglia. In due mesi tutto è cambiato. Il Trentino Alto Adige diminuisce del 10%. Il Veneto da +5 passa agli stessi livelli del 2009. Il Friuli Venezia Giulia da +5 a -5%. Mentre l’Italia centrale rimane fedele ai rilievi di fine agosto, nelle regioni Meridionali la Puglia incrementa la produzione da +5 a +20%, per contro la Sicilia passa da -20 a -30%.
L’andamento climatico e meteorico dei mesi di settembre e di ottobre - aggiunge il direttore di Assoenologi - hanno influito anche sui livelli qualitativi non portando a quei miglioramenti tanto auspicati. Nel mese di settembre il sole è stato in quasi tutt’Italia avaro e le piogge in molte zone non hanno lasciato scampo. Quindi, la situazione è di un’Italia vinicola a macchia di leopardo, ove in una stessa regione il buono si scontra con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è buona con diverse punte di ottimo, ma con l’assenza di eccellenze.
Prima di prendere in considerazione la vendemmia 2010 ricordariamo le caratteristiche quantitative e qualitative delle tre precedenti campagne che sicuramente non sono state tra le più brillanti degli ultimi vent'anni.
2007: la più anticipata degli ultimi 70 anni, la più scarsa degli ultimi 50. Il 2007 è stata una delle vendemmie più scarse degli ultimi 50 anni visto che si produssero solo 42,5 milioni di ettolitri. Le operazioni di raccolta iniziarono la prima settimana di agosto, 10/20 giorni prima rispetto alla media pluriennale. Il decremento produttivo ebbe le sue massime punte nel Sud d'Italia ed in particolare in Sicilia. L'andamento climatico bizzarro che caratterizzò tutto il ciclo vegetativo determinò una qualità buona ma senza punte di spicco.
2008: salvata da uno straordinario mese di settembre. Nel 2008 si produssero 46,2 milioni di ettolitri di vino con un incremento del 9% rispetto all'anno precedente che, come abbiamo visto, è stato però molto avaro. Le regioni del Centro Nord, ad eccetto della Lombardia, del Veneto e dell'Emilia Romagna, furono caratterizzate dal segno meno, quelle del Centro Sud, ad eccezione del Lazio e della Sardegna, recuperarono notevolmente rispetto alla precedente produzione, tanto che la Sicilia fece registrare +35%. Le positive condizioni climatiche verificatesi in tutt'Italia nei mesi di settembre e di ottobre prolungarono il periodo di accumulo e di raccolta permettendo un forte recupero qualitativo al Centro Nord e in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate tardi. Il 2008 è valutato come un'annata assai eterogenea, comunque complessivamente buona con solo qualche punta di ottimo.

2009: bizzarra . Il 2009 ha presentato caratteristiche ancora diverse dalle due precedenti annate a partire dalle precipitazioni autunno-invernali, considerate dal Cnr tra le più abbondanti dal 1803. Ad una primavera capricciosa è seguita un'estate iniziata all'insegna della pioggia e proseguita con temperature sensibilmente al di sopra della media stagionale. Nel 2009 si produssero 45,8 milioni di ettolitri di vino. L'Italia fu divisa in due: la tirrenica, incrementi produttivi abbastanza omogenei (5/10%), per contro la parte adriatica decrementi altrettanto omogenei (5/10%). A causa del bizzarro andamento climatico e meteorico la qualità in tutt'Italia è stata piuttosto difforme.

CONSIDERAZIONI SULL’ANNATA 2010
Le prime tre regioni a tagliare i grappoli sono state, tra il 16 e il 18 agosto, la Sicilia, la Lombardia con la Franciacorta e la Puglia. Per contro in Piemonte, Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Sardegna la vendemmia è iniziata nell'ultima decade di agosto. In buona parte del Veneto, in Alto Adige, in Friuli Venezia Giulia, e nelle Marche è iniziata nei primi giorni di settembre solo per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon). Il pieno della raccolta in tutt'Italia è avvenuto nella terza decade di settembre. I conferimenti delle stragrande maggioranza delle uve si sono conclusi entro il 20 di ottobre, mentre gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige e di Aglianico del Taurasi in Campania verranno staccati sino a metà novembre.

Si ipotizza che la produzione di uva 2010 oscilli tra i 60 e i 64 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno circa 45,5 milioni di ettolitri. Va ricordato che in diverse regioni, in particolar modo del Sud d'Italia, la produzione risulta diminuita anche a causa delle estirpazioni volontarie e con premio comunitario, nonché dall'entrata in essere della “vendemmia verde” (che consiste nel rendere improduttivo il terreno per un anno), misure che hanno tolto dalla produzione migliaia e migliaia di ettari di vigneto.
Il ciclo vegetativo. L’inverno nel Centro-Nord d'Italia è stato caratterizzato da basse temperature e abbondanti nevicate. Decisamente elevate le precipitazioni. In Romagna piogge così abbondanti non si verificavano da trentotto anni. Anche al Sud e nelle isole l'inverno è stato rigido, lungo e piovoso. Le basse temperature hanno determinato un ritardato risveglio della vite, agevolato da abbondanti precipitazioni, che hanno ricostituito, in particolar modo nell'Italia centro-meridionale, le riserve idriche e in settentrione garantito una quantità d’acqua di tutta considerazione che ha favorito un germogliamento lussureggiante, tanto che, in alcune regioni, i millimetri di pioggia sono stati quattro volte quelli caduti nel 2009.
Anche la fioritura è stata caratterizzata da temperature alte e basse e da abbondanti piogge in particolar modo nel Centro-Nord.  Il mese di luglio si è distinto per umidità e temperature che nel Nord Italia hanno superato i 36°C e in Italia meridionale sono arrivate a toccare i 40°C. In tutt'Italia l'invaiatura è stata ritardata dai 10 ai 15 giorni rispetto allo scorso anno, ma è nella media pluriennale. Lo stesso dicasi per l'inizio della vendemmia. In diverse regioni si sono verificate diverse grandinate primaverili ed estive anche di forte intensità, che hanno però colpito zone produttive circoscritte, compromettendo solo poche centinaia di ettari su tutto il territorio nazionale. A un caldissimo luglio è seguito un agosto con sbalzi di temperatura anche di 10 gradi. Abbondanti, in particolar modo al Centro-Nord, le piogge che in certi casi hanno rischiato di “annegare” la produzione mentre le alte temperature del Sud hanno rischiato di “bruciarla”. I mesi di settembre e di ottobre non hanno poi garantito il sole sperato, alternando belle giornate con altre piovose, sia pur caratterizzate su quasi tutto il territorio nazionale da forti escursioni termiche. A causa del bizzarro andamento climatico la qualità è alquanto eterogenea anche nell’ambito della stessa regione. Complessivamente è buona con diverse punte di ottimo ma senza eccellenze.

sabato 26 marzo 2011

Aglianico del taburno DOCG

Parere favorevole da parte del Comitato Nazionale Vini per la quarta DOCG della Campania : Aglianico del Taburno.

Salgono così a 4 le DOCG della Campania dopo Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, tutte i provincia di Avellino. Anche il Taurasi è prodotto con 85% uve aglianico ma l' Aglianico del Taburno si presenta molto più morbido rispetto all'Aglianico del vicino Taurasi anche se, come quest'ultimo, necessita di un lungo affinamento, in botte (frequentemente usato il rovere di Slavonia) e un affinamento in bottiglia, per arrotondare i tannini ruvidi tipici di questo vitigno dalla maturazione piuttosto abbondante ma tardiva ( la vendemmia può protrarsi fino a metà novembre)
L'aglianico dà un vino corposo con una notevole struttura e persistenza in bocca. Si presenta con un bellissimo colore rosso rubino con riflessi granati che virano presto nell'aranciato. Il profumo è molto intenso con profumi prevalentemente terziari che virano verso l'etereo.
Riconosciuta DOC nell'Agosto 1993 la denominazione Taburno prevede anche il più famoso bianco, a base di Falanghina oltre alla tipologia novello e al rosso Piedirosso.
L'area di produzione dell' Aglianico del Taburno comprende 13 comuni, tutti nel Sannio.
Le aziende vitivinicole private sono numerose  accanto ad una importante Cantina sociale, con oltre 400 soci, che elabora vini di grande pregio.

Altre informazioni sul disciplinare di produzione tra qualche settimana , quando ci sarà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

martedì 22 marzo 2011

UVE BIOLOGICHE

Proposta disciplinare
METODO ITALIANO DI VINIFICAZIONE DELLE UVE BIOLOGICHE


                   INDICE


1.      PREMESSA

2.      CAMPO D’APPLICAZIONE

3.      PROVENIENZA DELLE UVE

4.      IMPIANTI DI VINIFICAZIONE

5.      PRATICHE ENOLOGICHE

6.      TAGLI

7.      TRATTAMENTI AL CONFEZIONAMENTO

8.      CHIUSURA

9.      IMBOTTIGLIAMENTO

10.  CONFEZIONAMENTO

11.  PRODOTTI UTILIZZABILI PER L’IGIENE DI ATTREZZATURE E LOCALI

12.  ETICHETTATURA



1.      PREMESSA

Il presente disciplinare dispone le norme per la produzione di vini di uve fresche, compresi i vini alcolizzati, aceti di vino, vinello, fecce di vino, vinaccia e partite (cuvée)  secondo il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche”.

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” ha la finalità, anche in coerenza con il Regolamento (CE) N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 e sue successive modifiche e integrazioni, di conseguire gli obiettivi di:

-          ottenere prodotti di alta qualità che si distinguano per immagine e per sostanza dai prodotti convenzionali attraverso procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana e avvalendosi preferibilmente di metodi meccanici e fisici;

-          ottenere prodotti ottenuti con particolare riguardo e valorizzazione alla vocazione territoriale;

-          utilizzare per la trasformazione solo prodotti biologici, con l’eventuale e rigorosa ammissibilità  di ingredienti e additivi non biologici solo se comprovata come indispensabile;

-          utilizzare sostanze e metodi di trasformazione che garantiscano la persistenza dell’integrità biologica e delle qualità essenziali del prodotto in tutte le fasi della produzione”;

-          non utilizzare sostanze e metodi di trasformazione che possano trarre in inganno quanto alla vera natura del prodotto o finalizzati a ripristinare le proprietà perdute nella trasformazione o ad ovviare a negligenze nella trasformazione;

-          escludere l’uso di organismi geneticamente modificati e dei loro derivati;

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” si identifica come strumento di riferimento di produzione nazionale finalizzato ad una differenziazione qualitativa del prodotto rispetto alla situazione attuale, nella quale, in assenza di una legislazione specifica in materia, si produce genericamente “vino da uve biologiche”.

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” si ispira a criteri rigorosi, anche in riferimento a norme internazionali più restrittive e apprezzate dalle attese dei consumatori di prodotti biologici che ripongono in questi il rispetto dell’ambiente e della salute umana e l’esclusione di manipolazioni indiscriminate e dell’uso di sostanze chimiche di sintesi.

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” ha infine la funzione di costituire un irrinunciabile riferimento in vista dell’emanazione da parte dell’Unione Europea di norme comunitarie per la produzione di vino biologico.

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” si applica, fatte salve le disposizioni comunitarie o nazionali, in conformità del diritto comunitario sulla produzione, la preparazione, la commercializzazione, l’etichettatura e il controllo dei prodotti alimentari.

2.      CAMPO DI APPLICAZIONE

Il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” si applica al fine della produzione di vini di uve fresche, compresi i vini alcolizzati, aceti di vino, vinello, fecce di vino, vinaccia e partite (cuvée) così come definiti dal Regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio del 29 aprile 2008.

3.      PROVENIENZA DELLE UVE, DEI MOSTI E DELLO ZUCCHERO

Per ottenere i prodotti di cui al paragrafo 2. secondo il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” è indispensabile partire da uve biologiche o in conversione all’agricoltura biologica (?) così come definito dal Regolamento (CE) N. 834/2007.

In ugual modo e nel rispetto dei principi del Regolamento (CE) N. 834/2007 i mosti concentrati, i mosti concentrati rettificati e lo zucchero utilizzati nel rispetto del presente disciplinare devono essere biologici o in conversione all’agricoltura biologica (?) così come definito dal Regolamento (CE) N. 834/2007.

Per la produzione di mosti concentrati rettificati biologici e destinati esclusivamente ai processi di vinificazione normati dal presente disciplinare è ammesso l’uso delle resine a scambio ionico. 

Per la raccolta, l’imballaggio, il trasporto e il magazzinaggio delle materie prime e dei prodotti utilizzabili nell’ambito del presente disciplinare si applicano le specifiche disposizioni previste dal Capo 4 del Regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008 e sue successive modifiche e integrazioni.

4.      IMPIANTI DI VINIFICAZIONE

Gli impianti di vinificazione e gli operatori responsabili di questi devono essere notificati ed assoggettati al sistema di controllo così come definito dal Regolamento (CE) N. 834/2007.

Agli impianti di vinificazione si applicano le stesse norme generali di produzione di alimenti trasformati di cui al Regolamento (CE) N. 834/2007 con particolare riguardo alla separazione temporale dei processi di trasformazione e spaziale dei prodotti depositati negli stabilimenti enologici e nei relativi magazzini.

5.      PRATICHE ENOLOGICHE

Nel rispetto delle condizioni e restrizioni specifiche di cui alla regolamentazione dell’Unione Europea di settore, solo i prodotti e le sostanze elencate nella TABELLA A possono essere utilizzate nell’ambito del “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” alle condizioni e restrizioni specificate.

I prodotti e le sostanze elencate nella TABELLA A contrassegnate da un asterisco devono essere derivate da materie prime biologiche solo compatibilmente con la loro disponibilità di mercato. A tale scopo gli operatori mantengono appositi documenti giustificativi che dimostrino la non reperibilità degli stessi.

Nel rispetto delle condizioni e restrizioni specifiche di cui alla regolamentazione dell’Unione Europea di settore, l'utilizzo delle seguenti pratiche enologiche, dei processi e dei trattamenti è vietato:

-          La concentrazione parziale a freddo, conformemente al punto (c) della sezione B.1 dell'allegato XV bis, del regolamento (CE) n. 1234/2007;
-          Il trattamento per elettrodialisi finalizzato alla stabilizzazione tartarica del vino ai sensi del punto 36 dell'allegato IA del regolamento (CE) n. 606/2009;
-          La dealcolizzazione parziale del vino ai sensi del punto 40 dell'allegato IA del regolamento (CE) n. 606/2009;
-          Il trattamento con scambiatori di cationi finalizzato alla stabilizzazione tartarica del vino ai sensi del punto 43 dell'allegato IA del regolamento (CE) n. 606/2009.

Nel rispetto delle condizioni e restrizioni specifiche di cui alla regolamentazione dell’Unione Europea di settore, l'utilizzo delle seguenti pratiche enologiche, dei processi e dei trattamenti è consentito esclusivamente alle seguenti condizioni:

-          L'osmosi inversa, ai sensi del punto (b) del punto B.1 dell'allegato XV bis, del regolamento (CE) n. 1234/2007, può essere utilizzata soltanto per la produzione di mosti d’uve concentrati e mosti concentrati rettificati;
-          Per trattamenti termici, ai sensi del punto 2 dell'allegato IA del regolamento (CE) n. 606/2009, la temperatura non deve superare i 65 ° C;
-          Per centrifugazione e filtrazione, con o senza filtrazione inerte agente, ai sensi del punto 3 dell'allegato I del regolamento (CE) n. 606/2009, la dimensione dei pori non deve essere inferiore a 0,2 micrometri;

Qualsiasi modifica introdotta l’entrata in vigore del presente disciplinare, per quanto riguarda le pratiche enologiche, i processi e i trattamenti di cui al regolamento (CE) n. 1234/2007 o del regolamento (CE) n. 606/2009, possono essere applicabili al “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” solo dopo la valutazione degli stessi da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

6.      TAGLI

7.      CHIUSURA

8.      IMBOTTIGLIAMENTO

9.       CONFEZIONAMENTO

10.  PRODOTTI UTILIZZABILI PER L’IGIENE DI ATTREZZATURE E LOCALI

11.  ETICHETTATURA

L’etichetta del prodotto ottenuto mediante il “Metodo Italiano di Vinificazione delle Uve Biologiche” deve essere rispondente alla legislazione in materia attualmente vigente.
In particolare deve  ottemperare  alle disposizioni specifiche previste dal Regolamento (CE) N. 834/2007 e sue successive modifiche e integrazioni per quanto concerne l’indicazione dell’origine dell’uva con la denominazione di vendita “vino da uve biologiche”.
In aggiunta alle indicazioni di legge….




TABELLA  A

Prodotti e sostanze autorizzati


Pratica enologica in conformità dell’Allegato IA del Re. (CE) n. 606/2009
Prodotto o sostanza
Condizioni specifiche e restrizioni entro le condizioni e i limiti  di cui ai Regg. (CE) n. 1234/2007 e n. 606/2009
Punto 1
Ossigeno gassoso

Punto 4
Anidride carbonica Argon
Azoto

Punti 5, 15 e 21
Lieviti selezionati* (5) preparati di scorze di lievito (15) fecce fresche sane e non diluite contenenti lieviti (21)

Punto 6
Fosfato diammonico
Solfato di ammonio
Dicloridrato di tiammina

Punto 7  
Anidride solforosa, Bisolfito di potassio  Metabisolfito di potassio
Limiti consentiti pari al 30% della quantità massima nel prodotto immesso al commercio prevista  all’Allegato I B del Reg. (CE) n. 606/2009
Punto 9:
Carbone per uso enologico

Punto 10
Gelatina alimentare*
Proteine vegetali ottenute da frumento e pisello*
Colla di pesce
Ovoalbumina*
Tannino*


Caseina e caseinati di potassio
Diossido di silicio (gel o soluzione colloidale)
Bentonite
Enzimi pectolitici

Punto 12
Acido lattico
Acido L (+) tartarico

Punto13
Acido L(+) tartarico Carbonato di calcio
Tartrato neutro di potassio Bicarbonato di potassio


Punto17
Batteri lattici

Punto 18
Lisozima

Punto 19
Acido L ascorbico

Punto 22
Argon
Azoto

Punto 23
Anidride carbonica

Punto 24
Acido citrico

Punto 25
Tannino*

Punto 27
Acido metatartarico

Punto 28
Gomma arabica

Punto 30
Bitartrato di potassio

Punto 31
Citrato di rame
Solfato di rame

Punto 38
Trucioli di quercia

Punto 39
Alginato di potassio

Punto 42
Perlite
Cellulosa
Farina fossile