sabato 23 aprile 2011

Vino dealcolizzato

Altro dibattito interessante che si è tenuto al Vinitaly quest'anno è stato il convegno organizzato da " L'informatore agrario" sulla possibiltà di ridurre il tenore di alcol nei vini . Vini intorno ai 12° era il titolo del convegno.

Secondo le normative in vigore a livello europeo  (OCM vino) è consentita la dealcolizzazione del vino fino a un massimo di 2% vol, quindi viene autorizzata come pratica correttiva. Il limite dei 2% vol è stato imposto proprio per evitare una dealcolizzazione spinta che potrebbe alterare il profilo sensoriale del vino.

 Secondo la normativa qualora un prodotto ha subito  una dealcolizzazione spinta , tale prodotto potrà essere commercializzato come bevanda alcolica o analcoliche ma senza fare alcun riferimento al vino.
L'oragnismo di riferimento per la camunità eupea in quaesto ambito è l'OIV (Organisation internationale de la vigne ei du vin, www.oiv.int/it/accueil/index.php ) che già nel 2004 aveva inserito nel suo "Codice internazionale delle prassi enologiche" la dealcolizzazione max di 2% vol ottenuta da evaporazione parziale sotto vuoto e con altre tecniche.
Attualmente l'OIV sta lavorando proprio per riconoscere quali sono le pratiche enologiche consentite per la dealcolizzazione, in modo da consentire d'avere un grado alcolico inferiore a quello di partenza, o addirittura nullo. In etichetta dovranno  essere indicate le tecniche sottrattive adottate e dovranno essere accompagnate dalle indicazioni di quali interventi tecnologici sono stati utilizzati per compensare a livello senseriale la sottrazione dell' alcol.
Due sono i problemi che si pongono:
Il primo è relativo alla definizione di vino. Alcuni vorrebbero che questa bevanda fosse chiamat "vino dealclizzato" altri vorrebbero che fosse definita come "bevanda a base di vino dealcolizzato".
Il secondo problema riguarda la classificazione di questo vino. Fare una categoria unica per i prodotti dealcolizzati rimandando poi in etichetta la segnalazione al consumatore (come per le birre analcoliche o il caffè decaffeinato) o fare categorie distinte per grado alcolico ?

Per ora l'OIV sta valutando di indicare il livello di dealcolizzazione non più in modo generico per tutti i vini in 2% vol, ma come come percentuale del gardo alcolico di partenza (20% vol).

Sorge spontanea la domanda : e se si lavorasse in modo diverso nel vigneto?

2 commenti:

Marco Tebaldi ha detto...

Sacrosanta la domanda! Scontata la risposta. Purtroppo tutti i vigneti piantati nei 15 anni scorsi, sono concepiti per basse rese e alta qualità, con inevitabile incremento delle gradazioni alcoliche. Basta alzare le rese e raccogliere un pò prima le uve per avere gradazioni più moderate, se non fosse che questo contribuisce a creare eccedenze e talvolta non consente di avere delle uve predisposte all'ottenimento di vini equilibrati. Carenze di colore, acidità eccessive sono sempre in agguato! Un piccolo aiuto può venire da particolari selezioni di lievito, ovvero rendimenti zucchero/alcol inferiori. Si riesce nei casi migliori ad ottenere naturalmente 0,5-1 gradi in meno. Opportune tecniche Di vinificazione fanno il resto.

PaolaB ha detto...

Grazie per le tue considerazioni. Paola B.